La malattia di Parkinson (MP) è un disturbo neurodegenerativo progressivo, secondo per diffusione solo all’Alzheimer tra le patologie legate all’età. Si stima che colpisca almeno ~1% delle persone sopra i 60 anni. È caratterizzata principalmente dalla degenerazione dei neuroni dopaminergici della substantia nigra, con conseguente graduale comparsa dei tipici sintomi motori: rallentamento dei movimenti (bradicinesia), tremore a riposo e rigidità muscolare. Nelle fasi più avanzate compaiono anche instabilità posturale e alterazioni della deambulazione (postura curva in avanti, passi brevi e strascicati). Oltre ai problemi di movimento, però, la MP comporta numerosi sintomi non-motori, spesso meno riconosciuti ma molto impattanti. I trattamenti standard (come la levodopa e altri farmaci dopaminergici) alleviano i sintomi motori ma possono perdere efficacia col tempo e provocare effetti collaterali significativi. In questo contesto, la cannabis medicinale e i cannabinoidi (in particolare il THC e CBD) hanno attirato interesse come potenziali terapie complementari per gestire sia i sintomi motori sia quelli non motori del Parkinson. Di seguito esaminiamo i meccanismi d’azione proposti dei cannabinoidi nel Parkinson e le evidenze provenienti dagli studi preclinici e clinici più recenti.
La normativa italiana permette la prescrizione di cannabis o CBD sia dal medico di base che dallo specialista per la malattia di Parkinson, scopri nell'articolo come è possibile reperire info sulla prescrizione. Inoltre, al termine potrai scoprire anche le varie farmacie galeniche che possono aiutarti a reperire il farmaco.
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Farmacisti, Medici, Pazienti

Gli aspetti motori (tremore, lentezza, rigidità) sono i più noti e costituiscono la base per la diagnosi. Tuttavia, la ricerca ha evidenziato che diversi sintomi non-motori possono precedere di anni l’esordio motorio conclamato. Tra i sintomi precoci rientrano la perdita dell’olfatto (iposmia o anosmia), disturbi del sonno (in particolare il disturbo del sonno REM con comportamenti motori durante i sogni) e problemi di funzionalità autonoma come la stitichezza. Ad esempio, il disturbo comportamentale del sonno REM – in cui il paziente “recita” i propri sogni muovendosi nel letto – può manifestarsi anche 10-15 anni prima dei primi tremori. Con il progredire della malattia, compaiono alterazioni cognitive e psichiatriche: circa il 20-30% dei pazienti sviluppa demenza nelle fasi avanzate, spesso accompagnata da sintomi neuropsichiatrici come depressione, ansia, apatia e psicosi (allucinazioni e deliri). In questi stadi avanzati si osservano talora marcati disturbi del comportamento, ad esempio episodi di aggressività o agitazione che possono essere molto difficili da gestire per i caregiver. Tali problemi comportamentali in genere riflettono il coinvolgimento diffuso del cervello nelle fasi terminali della MP.
In tale contesto, trova interesse il sistema endocannabinoide (SEC) regola molte funzioni neurologiche ed è coinvolto anche nel controllo del movimento. Nella malattia di Parkinson, la perdita di dopamina nel cervello provoca una riorganizzazione compensatoria del SEC nello striato e nei gangli della base, con variazioni nei livelli di endocannabinoidi e nell’espressione dei recettori cannabinoidi. In particolare, esiste una stretta interazione tra il SEC e il sistema dopaminergico: i recettori cannabinoidi CB_1 (ampiamente espressi sui neuroni presinaptici GABAergici e glutamatergici) e CB_2 (presenti soprattutto su cellule gliali e immunitarie) modulano la trasmissione sinaptica nei circuiti motori dei gangli della base. L’attivazione dei recettori CB_1 può ridurre il rilascio eccessivo di glutammato e altre alterazioni neurochimiche indotte dalla carenza di dopamina, contribuendo a ristabilire l’equilibrio tra le vie neurali eccitatorie e inibitorie. Inoltre, studi molecolari suggeriscono che i cannabinoidi esercitino effetti neuroprotettivi e antinfiammatori: in modelli di Parkinson i cannabinoidi hanno ridotto processi neuroinfiammatori nella substantia nigra e possono limitare la degenerazione dei neuroni dopaminergici.
Il THC, essendo un agonista parziale dei recettori CB_1/CB_2, può “riequilibrare” un SEC alterato nei pazienti con Parkinson, regolando l’attività neuronale e la neuroinfiammazione in senso protettivo. Anche il CBD, pur avendo bassa affinità per CB_1, possiede proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che potrebbero proteggere i neuroni dallo stress ossidativo e dall’accumulo di proteine tossiche (come l’α-sinucleina) tipici della patologia.
Complessivamente, il razionale biologico dell’uso di cannabinoidi nel MP risiede nella capacità di modulare sistemi neurochimici iperattivi (riducendo tremori e rigidità) e di fornire neuroprotezione rallentando la progressione del danno neuronale.
I farmaci a base di cannabis medicinale e CBD sono disponibili in farmacie galeniche. Dove trovi queste farmacie specializzate? In trovi in fondo all'articolo.

Numerosi studi preclinici su modelli animali di Parkinson supportano l’ipotesi che la stimolazione del SEC possa apportare benefici. Nei modelli murini con lesione dopaminergica, la somministrazione di cannabinoidi (sia fitocannabinoidi naturali che analoghi sintetici) ha mostrato di modulare le alterazioni neurochimiche causate dalla deplezione di dopamina e di esercitare effetti antidistonici e neuroprotettivi. Ad esempio, un primo studio preclinico condotto nel 2005 ha evidenziato che trattando per 2 settimane ratti lesionati con 6-OHDA (un modello di Parkinson) con CBD (3 mg/kg/die) si riduceva significativamente la perdita di dopamina e di neuroni tirosina-idrossilasi positivi nello striato rispetto ai controlli non trattati. Ciò indica un effetto neuroprotettivo del CBD sulle cellule dopaminergiche degeneranti. Altri studi su roditori hanno documentato che agonisti del recettore CB_1 possono alleviare i disturbi motori parkinsoniani, mentre antagonisti CB_1 o modulatori del metabolismo endocannabinoide possono ridurre le discinesie indotte dalla levodopa (LID).
In parallelo, l’attivazione dei recettori CB_2 (espressi soprattutto nella microglia) nei modelli animali ha ridotto i marcatori di neuroinfiammazione e migliorato la sopravvivenza neuronale, suggerendo che composti che bersagliano CB_2 potrebbero attenuare la neurodegenerazione sottostante al Parkinson.
Nel complesso, i dati preclinici indicano che i cannabinoidi possono modulare il sistema endocannabinoide e vari neurotrasmettitori alterati nel MP, esercitando al contempo potenziali effetti sintomatici (antitremore, antiparkinson) e modificanti la malattia attraverso la neuroprotezione. Tuttavia, la traduzione di questi risultati preclinici nella pratica clinica rimane incerta e richiede ulteriori conferme, dato che la maggior parte degli studi in modelli animali ha limitazioni metodologiche e risultati eterogenei.
La prescrizione di farmaci a base di cannabis per la malattia di Parkinson è certamente possibile, sia dal medico di base che specialista, ed in fondo all'articolo trovi numerose info a riguardo.

Le sperimentazioni cliniche sull’impiego di cannabis medicinale nel Parkinson sono ancora relativamente poche e di piccole dimensioni, ma forniscono indicazioni interessanti. In generale, i risultati appaiono eterogenei: alcuni studi non hanno riscontrato miglioramenti significativi nei sintomi motori, mentre altri suggeriscono benefici su sintomi non motori e qualità di vita. Ad esempio, un trial esplorativo condotto in Brasile ha valutato il CBD in 21 pazienti con Parkinson senza demenza: i partecipanti furono randomizzati a placebo, CBD 75 mg/die o CBD 300 mg/die per 6 settimane. In questo studio non si osservarono differenze significative nel punteggio motorio UPDRS tra i gruppi, ma emerse un dato positivo sulla qualità di vita (questionario PDQ-39): i pazienti trattati con CBD 300 mg riportarono un punteggio di qualità di vita migliore rispetto al placebo (p = 0,05). Ciò suggerì un effetto benefico del CBD su aspetti come il benessere e le funzioni quotidiane, pur senza effetto evidente sui sintomi motori.
Risultati promettenti provengono da un trial clinico randomizzato recente che ha valutato il nabilone (agonista cannabinoide sintetico) mirato ai sintomi non motori del Parkinson. In questo studio di fase II, 47 pazienti con Parkinson e sintomi non motori disturbanti (es. ansia, problemi del sonno) sono stati trattati inizialmente con nabilone a dosi titolate fino a 1 mg 2 volte/die, quindi i responder sono stati randomizzati a continuare nabilone vs placebo per 4 settimane. I risultati hanno mostrato un miglioramento maggiore nel gruppo nabilone rispetto al placebo sulla scala dei sintomi non motori (MDS-UPDRS parte I): dopo 4 settimane, il punteggio dei sintomi non motori era cambiato di +2,63 punti nel gruppo placebo (peggioramento) contro +1,00 nel gruppo nabilone (differenza di 1,63 punti a favore del nabilone; p = 0,03). In particolare, l’interpretazione clinica è che il nabilone ha apportato benefici evidenti su ansia e qualità del sonno notturno, contribuendo al miglioramento complessivo dei sintomi non motori rispetto al placebo. Questo studio ha anche evidenziato una buona tollerabilità: sebbene circa il 77% dei pazienti abbia riportato qualche evento avverso durante la fase di titolazione aperta, nella fase controllata l’incidenza di effetti collaterali fu simile tra nabilone e placebo (32% vs 42%) e nessun effetto avverso grave è stato attribuito al trattamento. Gli effetti indesiderati osservati (ad esempio sonnolenza, capogiri) erano perlopiù lievi e transitori, suggerendo che i cannabinoidi possono essere impiegati con un profilo di sicurezza accettabile nei pazienti anziani, purché sotto attenta supervisione medica.
Un ambito di interesse clinico è l’effetto dei cannabinoidi sui sintomi non motori difficili da trattare nel Parkinson, come i disturbi del sonno e il dolore cronico. Un recente studio pilota (serie di casi) condotto in Brasile ha valutato una soluzione orale (olio) di estratto di cannabis (contenente THC e CBD in rapporto ~9:1) in pazienti con Parkinson moderato, concentrandosi su insonnia, eccessiva sonnolenza diurna e funzioni cognitive.
Sei pazienti sono stati trattati per 90 giorni con due diversi dosaggi bassi di olio di cannabis (THC:CBD 250:28 µg/die in 3 pazienti vs 1000:112 µg/die in altri 3). I risultati hanno mostrato un miglioramento significativo dell’insonnia (riduzione del punteggio ISI) nel gruppo a dosaggio più alto dopo 60 giorni di terapia. Anche le funzioni cognitive (scala MoCA) hanno evidenziato un trend di miglioramento nel tempo in entrambi i gruppi, sebbene non statisticamente significativo nei 3 mesi di osservazione. Non si sono rilevati effetti apprezzabili sulla sonnolenza diurna (scala ESS).
Importante, nessun effetto avverso grave è stato riportato: i pazienti hanno tollerato bene il trattamento e alcuni hanno riferito soggettivamente di “dormire meglio” e di un generale miglioramento del proprio stato (inclusi, inaspettatamente, alcuni sintomi motori) durante la terapia con olio di cannabis.

Figura 1: Andamento dei punteggi medi nei test cognitivi e del sonno in pazienti con Parkinson trattati con estratto (olio) di cannabis. Il grafico mostra l’evoluzione a 90 giorni di trattamento nei due gruppi di dosaggio:
(A) punteggio MoCA (funzione cognitiva globale) – si osserva una tendenza all’aumento, indicativa di miglioramento cognitivo, più marcata nel gruppo a dosaggi di olio di cannabis con THC e CBD inferiori;
(B) punteggio ESS (Epworth Sleepiness Scale per la sonnolenza diurna) – non mostra cambiamenti significativi;
(C) punteggio ISI (Indice di Gravità dell’Insonnia) – diminuisce nel tempo, con un miglioramento significativo dell’insonnia dopo 60 giorni nel gruppo ad alto dosaggio (1000 µg THC) rispetto al basale.
Nessun paziente ha riportato effetti collaterali importanti durante i 3 mesi di terapia.

In sintesi, le evidenze cliniche ad oggi indicano che l’utilizzo medico della cannabis nel Parkinson non ha ancora dimostrato una forte efficacia sui sintomi motori principali (tremori, rigidità, bradicinesia) nei pochi studi controllati condotti, ma può apportare benefici in alcune aree: miglioramento di sintomi non motori come dolore, disturbi del sonno, ansia e qualità di vita complessiva. I derivati cannabinoidi come il CBD e il nabilone si sono rivelati generalmente sicuri e ben tollerati in questi pazienti, senza evidenza di effetti indesiderati gravi nel breve-medio termine. Va comunque sottolineato che gli studi clinici finora sono stati di piccola scala e con risultati talora contrastanti. Pertanto, sono necessarie ricerche ulteriori (RCT più ampi e di lunga durata) per stabilire con certezza il ruolo terapeutico della cannabis medicinale nel Parkinson, identificando i dosaggi ottimali e i profili di pazienti che ne possono beneficiare, e monitorando attentamente la sicurezza a lungo termine.
Certamente è possibile per i medici e per i farmacisti aiutare i pazienti affetti, scorrendo l'articolo è possibile reperire numerose info necessarie.


E' necessario sapere che la cannabis medicinale è prescrivibile (come da Legge 94/98) sia dal medico di base che specialista per numerose patologie, tra cui:
1) L’ analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali (Lynch 2015; Koppel et al. 2014; Corey-Bloom et al. 2012; Rog et al. 2007; Ibegdu et al., 2012 Giacoppo et al. 2014; Aggarwal et al., 2007).
2) L’ analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace (Lucas 2012; Aggarwal 2009; Ellis et al. 2009; Abrams et al., 2009; Eisenberg et al. 2014; Wilsey et al., 2013).
3) L’ effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali (Tramèr et al. 2001; Smith 2011; Cinti, 2009).
4) L’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard (Beal et al, 1995; Beal et al. 1997; Carter et al. 2004; Haney et al. 2007).
5)L’ effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali (Tomida et al 2004; Tomida et al 2006).
6) La riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard (Müller-Vahl, 2013).
7) Per tutte le patologie per le quali ci siano lavori scientifici a supporto, come ad esempio la malattia di Alzheimer, la malattia di Parkinson, ADHD, autismo, epilessia, etc.
Presso i laboratori galenici delle farmacie associate al network FDF INTERNATIONAL, l'accesso alle preparazioni a base di cannabis è SEMPLICE e VELOCE.
Se sei un medico o un paziente, scorri in fondo alla pagina e trova quella che ti è più comoda.
Le forme farmaceutiche a base di cannabis o CBD prescrivibili dal medico, ed allestibili in laboratorio galenico, includono, ad esempio:
Bustine di cannabis per vaporizzazione con Volcano Medic per via inalatoria o per decotto
Olio di cannabis per via orale o sublinguale
Resina di cannabis per via orale o sublinguale
Oleoresina di cannabis per via orale o sublinguale
Capsule di cannabis orali
Olio di CBD (senza THC)
Capsule di CBD (senza THC)
Queste opzioni offrono un trattamento personalizzato per i pazienti.
Perché la personalizzazione nella prescrizione della forma farmaceutica?
Semplice: ogni varietà di cannabis ha diverso contenuto in THC e CBD, e la via di somministrazione incide sull'effetto del farmaco. Ad esempio, la via inalatoria permette di ottenere un effetto veloce e di breve durata, in quanto i cannabinoidi dai polmoni arrivano direttamente nel sangue, rispetto alla via sublinguale, la quale richiede fino a 15-30 minuti ed ha una durata medio lunga, fino alla via orale, la quale richiede ore, e si contraddistingue per l'effetto duraturo fino a circa 6-8 ore.

OPZIONE 1 - PRESCRIZIONE A PAGAMENTO
Per prescrivere la cannabis medicinale (Legge 94/98 e DM 9/11/25) basterà seguire quattro semplici passaggi:
1) Ottenere il consenso informato del paziente: semplicemente si fa compilare un modulo al paziente per il quale fa presente che inizierà un trattamento non convenzionale. QUI un esempio di consenso informato.
2) Successivamente, il medico deve redigere una ricetta medica in conformità ai formalismi stabiliti dalla legge 94/98, assicurandosi di includere tutte le informazioni necessarie. Di seguito si riportano i format per la prescrizione medica delle formulazioni maggiormente prescritte (resta inteso che se ti occorre una nuova formulazione personalizzata puoi contattare in fondo alla pagina una farmacia galenica).
FORMAT PRESCRIZIONE PER BUSTINE DI CANNABIS INFIORESCENZE AD ALTO CONTENUTO DI THC E BASSO CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER BUSTINE DI CANNABIS INFIORESCENZE A MEDIO CONTENUTO DI THC E CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER BUSTINE DI CANNABIS INFIORESCENZE AD ALTO CONTENUTO DI CBD E BASSO THC
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLIO DI CANNABIS AD ALTO CONTENUTO DI THC E BASSO CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLIO DI CANNABIS A MEDIO CONTENUTO DI THC E CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLIO DI CANNABIS A BASSO CONTENUTO DI CBD E THC
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLIO DI CANNABIS AD ALTO CONTENUTO DI CBD E BASSO THC
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLI DI CANNABIS DA ESTRATTI CONCENTRATI E TITOLATI
FORMAT PRESCRIZIONE PER RESINA DI CANNABIS AD ELEVATO CONTENUTO DI THC E BASSO CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER RESINA DI CANNABIS AD ELEVATO CONTENUTO DI THC E CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER RESINA DI CANNABIS AD ELEVATO CONTENUTO DI CBD E BASSO THC
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLEORESINA DI CANNABIS AD ALTO CONTENUTO DI THC E BASSO CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLEORESINA DI CANNABIS A MEDIO CONTENUTO DI THC E CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLEORESINA DI CANNABIS AD ALTO CONTENUTO DI CBD E BASSO THC
FORMAT PRESCRIZIONE PER CAPSULE DI CANNABIS ORALI AD ELEVATO CONTENUTO DI THC E BASSO CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER CAPSULE DI CANNABIS ORALI A MEDIO CONTENUTO DI THC E CBD
FORMAT PRESCRIZIONE PER CAPSULE DI CANNABIS ORALI AD ELEVATO CONTENUTO DI CBD E BASSO THC
FORMAT PRESCRIZIONE PER OLIO DI CBD (SENZA THC)
FORMAT PRESCRIZIONE PER CAPSULE ORALI DI CBD (SENZA THC)
3) Compilare la scheda raccolta dati, ed inviarla alla Regione di competenza in base alle indicazioni fornite (se sono state fornite).
4) Trovare una farmacia galenica specializzata in preparazioni a base di cannabis medicinale e CBD: come farlo? Ti basterà scorrere in fondo alla pagina per trovare tutte le farmacie in ogni Regione.
OPZIONE 2 - PRESCRIZIONE MUTUABILE (RIMBORSABILE)
Gli step per la prescrizione della cannabis rimborsabile a carico del SSN (Legge n.172 del 4 dicembre 2017 e DM 9/11/25) sono molto simili a quelli elencati per la prescrizione a pagamento, ma l'iter varia in ogni Regione.
Ad esempio, in alcune Regioni sono rimborsabili tutte le patologie elencate in precedenza, mentre in altre Regioni solo poche patologie rientrano come rimborsabili. Idem le forme farmaceutiche a base di cannabis, in alcune Regioni vengono rimborsate tutte (olio, buste, resina, capsule) mentre in altre Regioni alcune forme non sono rimborsate ed il paziente è costretto ad acquistarle.
Inoltre, potrebbe essere necessaria la redazione di un piano terapeutico da uno specialista in apposite strutture, mentre in altre Regioni anche direttamente il medico di base può semplicemente prescrivere cannabis medicinale.
Come fare quindi?
E' facile, per velocizzare il processo e farti dare tutte le info specifiche e dettagliate, ti rimandiamo in fondo alla pagina in cui troverai tutte le farmacie galeniche del network in ogni Regione.
Potranno seguirti e farti avere info in breve tempo sul come prescrivere (se sei un medico) o ottenere la preparazione a base di cannabis completamente rimborsabile (se sei un paziente).

Farmacista imprenditore, formatore e visionario in ambito galenica, dal 2017 si immerge in tale settore diventando un punto di riferimento in Europa.
Formatore internazionale nel settore cannabis medicinale e CBD: ha formato + di 10.000 medici in tutto il mondo nell'azienda di formazione esclusiva per medici leader mondiale WeCann Academy.
Fondatore della FDF International, realtà impegnata nel far crescere le farmacie galeniche assistendo i medici ed i pazienti con percorsi formativi che prevedono protocolli pratici a 360°: marketing, vendita, business, galenica pratica.
Autore del percorso formativo e libro La Cannabis Medicinale in Galenica, tradotto dalla sua versione originale inglese The Art of Cannabis Compounding.
Autore del percorso formativo e libro Cannabidiolo
(CBD) nella pratica galenica, tradotto dalla sua versione originale inglese Cannabidiol (CBD) Compounded Medications.
Autore del libro Cannabis Medicinale Step by Step: la guida informativa per il medico alla pratica clinica e prescrizione della cannabis medicinale.
Citato dalle principali riviste del settore, oltre a formare medici e farmacisti in tutto il mondo, ha ricoperto ruoli chiave come responsabile e consulente per aziende nazionali ed internazionali nel settore cannabis medicinale e CBD.
Fondatore del blog farmaciegalenichecannabis.it, rete di farmacie galeniche impegnate quotidianamente nel fornire assistenza ai medici prescrittori e pazienti per preparazioni magistrali a base di cannabis medicinale e CBD. Scoprile in fondo alla pagina.










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