Un altro studio ha mostrato una riduzione del 64% nell'uso di oppioidi tra i pazienti con dolore cronico che facevano uso di cannabis medicinale. Questi pazienti hanno riscontrato meno effetti collaterali e una migliore qualità della vita (a differenza degli oppioidi, la cannabis medicinale non provoca depressione respiratoria).

È stata poi evidenziata, mediante una ricerca del 2018, l'efficacia della cannabis medicinale nel trattamento del dolore cronico non oncologico, del dolore neuropatico, del mal di testa da rimbalzo dei farmaci e dell’allodinia. Tuttavia, non sembra avere la stessa efficacia degli analgesici non oppioidi nel trattamento del dolore acuto. Inoltre, in questo particolare studio, la cannabis medicinale non si è rivelata più efficace di un placebo nel trattamento del dolore viscerale e ha fornito solo un effetto analgesico minimo nel dolore da cancro.

Sono stati condotti anche alcuni studi randomizzati e controllati che hanno studiato il dosaggio e la somministrazione della cannabis medicinale. In uno studio specifico, esperti di nove paesi diversi hanno sviluppato tre diversi protocolli di trattamento per il dosaggio e la somministrazione di cannabis nel trattamento di pazienti con dolore cronico. Nel protocollo di trattamento di routine, è stato concordato che un ceppo di cannabis a predominanza di CBD da 5 milligrammi assunto due volte al giorno dovrebbe essere la forma di trattamento iniziale, in forza del suo profilo sicuro. Se una dose pari o superiore a 40 milligrammi di CBD al giorno non riusciva a fornire un adeguato sollievo dal dolore, veniva ritenuta appropriata una dose iniziale di 2,5 milligrammi di THC.

Secondo il consenso generale, il THC potrebbe essere titolato lentamente fino a 2,5 milligrammi ogni due-sette giorni fino a raggiungere un massimo di 40 milligrammi al giorno. Si raccomandava la consultazione di uno specialista di cannabinoidi o di un clinico esperto di cannabis terapeutica se il dosaggio sopra menzionato non riusciva a fornire un adeguato sollievo dal dolore. Nel protocollo di trattamento conservativo, la dose iniziale di CBD era di 5 milligrammi una o due volte al giorno fino a un massimo di 40 milligrammi al giorno, seguita da una dose iniziale di 1 milligrammo di THC se la dose massima predominante di CBD forniva un controllo del dolore inadeguato. La dose di THC potrebbe quindi essere aumentata di 1 milligrammo ogni sette giorni per raggiungere un dosaggio massimo di 40 milligrammi al giorno. Infine, il protocollo rapido prevedeva un tipo di cannabis bilanciato tra CBD e THC. La dose iniziale iniziale era compresa tra 2,5 e 5 milligrammi di ciascun cannabinoide una o due volte al giorno. Il dosaggio può essere aumentato da 2,5 a 5 milligrammi ogni due o tre giorni una o due volte al giorno fino a raggiungere un dosaggio massimo di 40 milligrammi di THC. Il protocollo è ad oggi applicato con successo in numerosi Paesi. 

Quindi, è importante capire che, come per gli altri farmaci, è necessario bassi dosaggi dei principi attivi, (in questo caso THC e CBD) sono generalmente ben tollerabili nei pazienti, quindi si possono ottenere gli effetti terapeutici e nessun/pochi effetti collaterali. Diversamente, per alti dosaggi, è necessario monitorare il paziente con più attenzione.